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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Peposo

INGREDIENTI per 4 persone Kg 1 di muscolo di manzo (possibilmente di razza chianina) 1 litro di vino rosso (possibilmente Chianti) 1 mazzetto di salvia e rosmarino 5 spicchi di aglio 20 grani di pepe Sale PREPARAZIONE In un tegame di terracotta ponete il muscolo tagliato a tocchetti, gli spicchi di aglio vestiti, pepe, sale e vino. Fate cuocere molto lentamente, coperto, possibilmente in forno (150°/170° C), per almeno tre ore dal momento dell'ebollizione. Servite caldissimo su fette di pane toscano tostato. Consigli . Se il peposo dovesse asciugarsi troppo durante la cottura, aggiungete acqua calda. Prima di servire, frullate il sugo. È ottimo anche con la polenta. Si accompagna con fagioli lessi conditi con olio e.v.o. Il peposo non è un fast food. Si chiama anche peposo alla fornacina, peposo dell'Impruneta e peposo del Brunelleschi. Eh sì, proprio il Brunelleschi della cupola fiorentina nella foto, per la quale i 'fornacini

Garmugia

«È primavera, svegliatevi bambine, alle Cascine messere Aprile fa il rubacuor...». Sono le prime parole di una canzone in voga negli anni '50, "Mattinata fiorentina". Bambine... si fa per dire, visto che continua così: «e a tarda sera, madonne fiorentine, quante forcine si troveranno sui prati in fior». Questo testo mi è tornato in mente non appena ho saputo quale sarebbe stato il tema dell'uscita odierna del l'Italia nel piatto : “Ricette primaverili”. E subito ho immaginato un 'déjeuner sur l'herbe' a Firenze, nel parco delle Cascine, rendendomi conto, però, dell'impossibilità di una trasposizione in questo luogo di una scena come quella del pittore Manet. Il parco delle Cascine è un 'polmone verde' per Firenze, è vero, ma niente di paragonabile al bosco di Argenteuil. Meglio allora pensare ai boschi o alla campagna toscana. In queste terre così aspre e spesso selvagge, tanto amate, domate, seminate e curate dall'uomo, la

Coniglio pasqualino (o in carciofaia)

Per le «Ricette pasquali» del l'Italia nel piatto avrei potuto presentare un dolce, ma sarei dovuta ricorrere ancora una volta (come per Carnevale) a specialità che non superano i confini comunali. La Toscana non è terra di dolci pasquali assurti a fama nazionale o internazionale, come pastiere o colombe; il dolce più diffuso è la schiaccia di Pasqua (detta schiacciata in alcuni luoghi), ma è diffuso per modo di dire: a Firenze, per esempio, la ignorano. Fra l'altro ne ho già data una ricetta l'anno scorso. Quest'anno presento invece un secondo, il coniglio pasqualino, detto anche 'in carciofaia' perché farcito di carciofi; per quanto sia di origine senese, si presta ad essere utilizzato in tutta la Toscana. Un consiglio: utilizzate una varietà primaverile di carciofo, come il 'morellino' o il 'violetto di Toscana', che sono fra i più teneri. La ricetta prevede l'impiego di un'erba aromatica, il dragoncello o estragone